PEDAGOGIA
LE SCUOLE DI CHARTRES E DI SAN VITTORE:
Nelle più famose scuole di Chartres e di san Vittore si
insegnavano le arti del trivium (grammatica, retorica, dialettica) e del
quadrivium (aritmetica, geometria, astronomia e musica). Bernardo Chartres maestro di grammatica nella scuola
di Chartres, amava la cultura, classica e cristiana, e profondeva grande impegn
nell’insegnarla. Ogni uomo, egli affermava, non può avere che una visione
parziale e molto limitata della realtà, ma se è in grado di assimilare la
tradizione in cui vive, allora, come nano sulle spalle
di giganti, può vedere e conoscere molto di più di coloro che lo hanno
preceduto. Alla scuola di bernardo si formarono personaggi come Giovanni di
Salsbury, Teodorico e Guglielmo di Conches, i quali fieri
oppositori del degrado degli studi professarono un alto ideale del
sapere, volto alla conoscenza del vero, del mondo dell’essere umano.
IL DIDASCALICON DI UGO DI SAN VITTORE:
A Ugo di san Vittore si deve il più
famoso testo sull’educazione dell’epoca, il didascalicon. L’opera è una
testimonianza della cultura del periodo, del profondo interesse per l’essere
umano, del diffondersi del cristianesimo e del
platonismo nella difesa della dignità umana e nella costruzione di una
superiore civiltà che lasciasse definitivamente alle sue spalle le barbarie dei
secoli precedenti.
Scopo dell’educazione è l’acquisizione della
sapienza giacchè in essa l’uomo può cogliere il bene, per se e per l’intera
umanità e conoscere se stesso. In questa prospettiva la scienza e l’istruzione
hanno il duplice compito di instaurare la perfezione dell’essere umano e di
provvedere alle necessità anche materiali e concrete, della vita. “Impara volentieri da tutto ciò che non sai”, egli
stesso confida infatti al lettore di non aver mai disprezzato nulla di tutto
ciò che avrebbe potuto contribuire alla sua istruzione, fino a giungere al
grande principio metodologico della cultura autentica: “impara tutto, e poi ti
renderai conto che nulla è superfluo: una scienza limitata non da vera gioia”. Il Didascalicon presenta una forte concezione unitaria del
sapere e un allargamento dei suoi orizzonti al sapere
pratico.
PRECETTORI E CAVALIERI:
L’istruzione in casa era riservata agli studenti delle
famiglie nobiliari, il compito dell’insegnamento era assolto dalla madre,
quando sapevano leggere e scrivere, oppure da un precettore,
costui affiancava il cavaliere, cui era stato
affidata l’educazione militare, preparandolo a leggere e a comprendere testi nell’esercizio
delle sue future funzioni. Nelle classi sociali elevate divenne importante padroneggiare l’arte del governo per produrre uno
sviluppo civile e commerciale. Saper leggere e conversare divenne importante
tanto quanto maneggiare la spada.
L’esigenza di
una contabilità più precisa e affidabile aveva condotto all’incremento
dell’insegnamento del calcolo e della aritmetica. La finalità era evidentemente
pratica e concreta e il maestro d’abaco, a cui
venne affidato tale insegnamento, finì per assumere un’importanza pari a quella
del maestro di grammatica. Il sistema educativo era prevalentemente orientato
verso gli uomini, gran parte della formazione femminile
riguardava le donne che avevano preso la via del chiostro per le quali
saper leggere e pronunciare il latino era indispensabile.
L'UNIVERSITAS DI STUDENTI E MAESTRI:
Le università prima di essere edificio e organizzazione
furono il frutto e le espressione più originale della cultura e delle
aspirazioni degli uomini di quell’epoca. Sorte nei primi anni del XIII secolo
le università segnarono profondamente la cultura
e la formazione di intere generazioni di giovani fino ai giorni nostri. Le
università erano organismi nuovi nel campo dello studio e dell’insegnamento
superiore, con esse, dagli isolati luoghi monastici la trasmissione della
cultura passò alle città. Le università si rivolsero non solo alla formazione del clero, ma anche a quei laici impegnati in varie professioni, in una società
che si andava ingrandendo ed era ricca di attività mercantili, artigianali e
amministrative.
università di Bologna:
LE PRIME UNIVERSITÀ:
Le prime
università sorsero a Bologna, Parigi, Montpellier e Oxford all’inizio del 1200.
La loro nascita dipese dalla decisione dei loro immediati artefici e fruitori,
che ne costruirono anche le figure essenziali: gli studenti
e maestri. Negli statuti parigini del 1215 si parla perciò di universitas magistrorum et scholarium e
in uno statuto di Bologna del 1216 la nuova sì istituzione è designata come universitas scholarium. La differente
denominazione segnala il peso diverso delle due componenti, è infatti più
marcata quella studentesca nell’università bolognese. Da queste prime
università, nate autonomamente, ma presto sostenute dal potere ecclesiastico e
da quello politico, si formarono, per migrazioni dovute
a differenti cause, altre università, sia in territorio insulare sia nel
continente. Vi furono poi università sorte per esplicito volere del Papa o
dell’imperatore, come l’Università di Napoli.
università di Bologna:
La parte più importante dello studio e dell'insegnamento era costituito dalla "lettura" dei testi e dalla "disputa". La lettura era l'attività principale di apprendimento. Benché il sapere e la sua trasmissione fossero ampiamente legati all’insegname orale, l’architrave di ogni disciplina era il libro, che trasmettevano teorie, principi e nozioni.
La lettura di un testo era assai complessa e comportava un’analisi della struttura del testo, suddivisioni in parti che a loro volta venivano divise in porzioni di testi sempre più piccoli, fino ai singoli enunciati.
Ugo di san Vittore ha delineato le tre forme della lettura in uso nelle scuole: per opera del docente; per opera dello studente; lo studio personale.
La disputa rappresentava il momento più importante e segnava il passaggio dall’argomentazione sulla base dell’autorità alla dimostrazione per mezzo della ragione. La disputa con il tempo divenne il momento più importante nel lavoro comune di maestri e allievi. Diversamente dalla lettura si fonda sul uso della dialettica, si svolgeva nelle facoltà superiori in modo particolare in quella di teologia e nelle facolta delle arti.
La disputa diede origine ad un genere argomentativo e didattico, caratterizzato dalla raccolta di questioni intorno ad un determinato argomento, a sè stanti oppure all’in di Summae e degli articoli che le componevano.
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