PSICOLOGIA
CHE COSA STUDIA LA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO:
La psicologia dello sviluppo studia i cambiamenti nell’evoluzione psicologica individuale: l’individuo è visto infatti come un soggetto in continua evoluzione, non solo nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza ma lungo tutto l’arco della vita, dalla nascita alla vecchiaia. Negli ultimi quarant’anni, l’evoluzione degli strumenti per la ricerca hanno permesso di raggiungere risultati molto avanzati nella comprensione dei processi di sviluppo.
Una delle questioni più
dibattute riguarda il rapporto natura / cultura, oggi la conclusione maggiormente condivisa
è che corredo biologico, elementi ambientali ed esperienze
interagiscono nella crescita individuale. Le caratteristiche personali innate possono svilupparsi in determinate
direzioni grazie alle esperienzche l’individuo fa e grazie alle interazioni e
agli scambi con gli altri individui.
Lo sviluppo è dunque un processo complesso, nel quale entrano in gioco
diversi fattori che posono essere considerati come a se stanti, ma vanno
osservati all’interno di un contesto più ampio,
in interazioni con altri elementi.
L'UNIVERSO DEL BAMBINO PRIMA DELLA NASCITA:
Nel periodo prenatale, lo zigote si
trasforma poco a poco in un bambino. In questo processo si distinguono diverse
fasi:
- · Il periodo germinale, nei primi 21 giorni: i due gameti con la fecondazione si fondono dando origine allo zigote, che comincia un processo di divisione e crescita e si impianta nella parete uterina.
- · Il periodo embrionale, dalla terza all’ottava settimana: cominciano a formarsi le principali strutture interne ed esterne del corpo, definito in questa fase embrione.
- · Il periodo fetale, dalla nona settimana alla nascita: in questo periodo continua e si completa la maturazione dei diversi organi e parti del corpo, definito in questa fase feto.
Tutte le più recenti scoperte sulle abilità del neonato
dimostrano che già durante la gravidanza, il feto usa i sensi e prepara i programmi in base ai quali, una volta nato,
interagirà con il mondo esterno.
- · Il tatto è il primo sistema di informazione che il feto ha su di sé e sull’ambiente, e svolgerà un ruolo fondamentale in tutta la vita futura della persona. La pelle con i suoi recettori è uno strumento sensoriale completo dopo solo otto settimane della gravidanza.
- · L’olfatto e presente già dal secondo mese di gestazione. Lo sviluppo di questo senso viene sollecitato dai comportamenti della madre nella gravidanza: molte sostanze provenienti dal cibo materno passano per il liquido amniotico e producono le cosiddette memorie olfattive che, al momento dello svezzamento possono facilitare l’accettazione o il rifiuto dei cibi da parte del bambino.
- · Il gusto si sviluppa verso il terzo mese di gravidanza: introducendo sostanze dolci o amar nel liquido amniotico, il feto inizia a eseguire movimenti di deglutizione.
- · L’udito completa la sua struttura il secondo e il quinto mese di gravidanza. Lo sviluppo di questo organo sensoriale è determinato sia da stimolazioni uditive interne sia da stimolazioni uditive esterne.
- · La vista è un senso già sviluppato dal quarto mese, e si completa prima della nascita con lo sviluppo di fotorecettori, cioè le cellule che sono deputate a cogliere lo stimolo luminoso e a trasformarlo in un segnale comprensibile per l’uomo.
IL NEONATO COMPETENTE:
Alla nascita il bambino è capace di produrre una serie di
risposte motorie strutturate cioè i riflessi:
- · Riflesso di moro: se a un bambino disteso si fa cambiare improvvisamente posizione, il piccolo tenderà a portare in avanti le braccia aprendole simmetricamente e oi richiudendole come in un abbraccio.
- · Riflesso di gransping o presa: se viene stimolato il palmo della mano del neonato, le dita si fletteranno per afferrare qualsiasi cosa si trovi a contatto con il palmo stesso.
- · Riflesso della marcia automatica: se si mette il bambino in posizione eretta con i piedi appoggiato su una superfice piana e stabile, questi produrrà movimenti alternati di estensione e flessione delle gambe.
- · Riflesso di rooting o di suzione: se la pelle vicino alla bocca viene stimolata, il bambino ruoterà la testa alla ricerca del seno materno per la suzione.
- · Riflesso di Babinski: se gli si solleticano la pianta del piede, le dita o il tallone, il bambino risponde con una flessione dell’alluce e con l’allargamento a raggiera delle altre dita dello stesso piede.
- · Riflesso palpebrale: una forte luce improvvisa provoca il riflesso di chiusura delle palpebre.
- · Riflesso di ritirare il piede: se toccato da un oggetto pungente, il bimbo tenderà a ritrarre automaticamente il piede.
Tutti i riflessi sopra elencati
sono inizialmente involontari, ma col tempo cioè
con lo sviluppo e il perfezionamento del sistema nervoso centrale, si
trasformeranno in atti volontari.
LO SVILUPPO PERCETTIVO DEL NEONATO:
LO SVILUPPO PERCETTIVO DEL NEONATO:
Grazie ai processi percettivi il
bambino acquisisce quotidianamente le informazioni sul mondo circostante e
interagisce con esse, adattandolo alle proprie esigenze e adeguandosi alle sue
regole. Fin dalla nascita il bambino è capace di ricavare informazioni sul
mondo che lo circonda grazie a particolari strutture nervose, i recettori sensoriali: visivi, olfattivi, uditivi,
tattili e cinestesici.
Gli stimoli che provengono dall’ambiente attivano gli apparati percettivi, stimolando
la corteccia cerebrale. La maturazione neurofisiologica degli apparati
percettivi avviene di pari passo con l’affinamento delle capacità del bambino,
attraverso l’esperienza.
- L’udito si perfeziona a tal punto che il neonato può riconoscere la voce della madre e gira la testa nella direzione da cui arriva la voce.
- L’olfatto e il gusto: il bambino impara subito a riconoscere perfettamente l’odore della madre e a reagire ai cattivi odori con smorfie del viso o con l’allontanamento della testa.
- Il tatto e il contatto sono estremamente importanti per il feto. Attraverso gli specifici recettori della pelle il bambino riesce a stabilire l’indispensabile contatto affettivo ed emotivo con la madre.
- La vista è il senso meno sviluppato alla nascita. Il neonato riesce comunque a cogliere le differenze di luminosità, si mostra sensibile ai contrasti di chiarezza è attratto dai colori vivaci e riesce a distinguere forme differenti purché poste a una distanza di 15-20 cm. Dagli occhi.È stato osservato che i neonati sono attratti da stimoli in movimento, piuttosto che da quelli statici.
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