PSICOLOGIA
JEAN PIAGET E IL COSTRUTTIVISMO:
mente e sviluppo cognitivo
mente e sviluppo cognitivo
Jean
Piaget ha analizzato in profondità lo sviluppo cognitivo evidenziando
l’importanza delle strutture della mente: esse rivestono un ruolo
fondamentale per l’acquisizione di informazioni nel processo di
conoscenza della realtà.
"Lo sviluppo psichico, che comincia con la nascita e termina con l’età
adulta, è paragonabile alla crescita organica: come quest’ultima,
consiste essenzialmente in un cammino verso l’equilibrio": così inizia Lo sviluppo mentale del bambino, testo
in cui lo studioso svizzero sottolinea come lo sviluppo sia un continuo
equilibrarsi, un "passaggio continuo da uno stato di minor equilibrio a
uno di equilibrio superiore".
Piaget considera lo sviluppo mentale come una continua costruzione in
cui agiscono alcune funzioni costanti e delle strutture variabili,
ovvero strutture che si modificano per conseguire progressivamente
l’equilibrio. Tali strutture non sono innate, salvo alcuni riflessi e
meccanismi percettivi, ma si sviluppano attraverso l’integrazione con
l’ambiente, in modo progressivo, per cui è possibile distinguere diversi
stadi di sviluppo. A ogni stadio appaiono nuove strutture che
permettono di procedere nell’acquisizione delle conoscenze.
gli stadi dello sviluppo
gli stadi dello sviluppo
Piaget esamina a fondo lo sviluppo e descrive in modo dettagliato le varie tappe dell’evoluzione del pensiero, analizzando aspetti specifici come il concetto di permanenza dell’oggetto, i concetti di conservazione della quantità o della sostanza, la classificazione. Per le sue ricerche utilizza l’osservazione, il colloquio clinico con i bambini, test ed esperimenti
Di seguito ci saranno i vari stadi dello sviluppo che Piaget ha individuato
- Lo stadio senso-motorio: corrisponde al periodo che va dalla nascita ai due anni.
-Nel primo mese i comportamenti sono basati sui riflessi he sono gli schemi di cui il neonato dispone. In questo periodo i più importanti sono la pressione con la mano e la rotazione del capo.
-Tra uno e quattro mesi compare la
reazione circolare primaria: si tratta di una reazione che non è più un
riflesso, ma è un’azione ripetuta.
- Dagli otto ai dodici mesi
l’interazione con l’ambiente diventa più elaborata. Compare il
comportamento intenzionale, per esempio togliere un ostacolo; il bambino
sa coordinare l’azione con i fini.
-Dai dodici ai diciotto mesi compaiono le reazioni circolari terziarie.
-Dai diciotto ai ventiquattro mesi il bambino inventa nuovi mezzi per risolvere i problemi.
Piaget sottolinea come affettività e intelligenza siano indissolubili: i
comportamenti attraverso cui il bambino costruisce le sue conoscenze
infatti si basano sull'azione, sul movimento ma anche su motivazione,
valori, sentimenti.
- Lo stadio preoperatorio
E' lo stadio che va dai 2 ai 7 anni. In questo periodo evolve sempre più
il pensiero simbolico: il pensiero del bambino non è più legato alle
sue azioni e percezioni immediate.
La rappresentazione simbolica assume forme sempre più articolate.
In questa fase non è ancora sviluppata la nozione di conservazione della quantità.
Piaget individua le seguenti caratteristiche del pensiero infantile, presenti nel periodo preoperatorio, fino a circa 8 anni.
- Egocentrismo: il bambiino considera la realtà unicamente a partire dal
proprio punto di vista, poichè non riesce a mettersi nei panni degli
altri
- Realismo: il bambino si basa sui dati percettivi e considera reale ciò che è visibile, tangibile, concreto
- Animismo: il bambino considera i fenomeni naturali e gli oggetti inanimenti come provvisti di vita e di intenzioni
- Artificialismo: il bambino tende a pensare che gli elementi naturali siano il risultato dell'azione frabbricatrice dell'uomo
- Finalismo: ogni elemento è stato fatto con una finalità precisa
il costruttivismo di Piaget
La sua descrizione dello sviluppocognitivo mette in luce come tale processo l'individuo partecipi in modo attivo alla costruzionedella realtà. Il fanciullo costruisce la sua conoscenza della realtà attraverso le attività che svolge: talora sperimenta una contraddizionetra il risultato delle sue azioni e le informazioni a sua disposizione.Si trova dunque di fronte a un conflitto cognitivo che lo porta ad accomodare le nuove informazioni riadattando le strutture preesistenti: scoprirà che i pezzi delle costruzioni vanno sistemati in un certo modo perchè possano stare in equilibrio, cominciando a elaborare un'idea di baricentro, sebbene ancora non conosca il concetto e non gli attribuisca un nome.
L'APPROCCIO STORICO-CULTURALE DELLA TEORIA DI VYGOTSKIJ:
In Russia si
sviluppava l'approccio storico culturale della psicologia, il cui principale
esponente era Vygotskij, egli cercò di
contribuire ai mutamenti sociali in atto, occupandosi in particolare di
tematiche relative all'istruzione, all'educazione e alle differenze nello
sviluppo cognitivo. La scuola storico culturale metteva l'accento sui fattori storici, sociali e
culturali nello sviluppo psichico
dell'individuo.
Vygotskij
focalizzava la sua attenzione sulle correlazioni tra
le differenze strutturali nello sviluppo
cognitivo e l'influenza dell'ambiente, delle relazioni, della cultura cui
un soggetto è sottoposto. Lo sviluppo quindi è l'esito
delle attività e delle interazioni sociali. Esso avviene in un contesto
storico e culturale determinato, che fornisce agli individui strumenti e segni
che facilitano il processo di sviluppo delle funzioni psichiche. Il contesto
culturale influenza fortemente il tipo di capacità cognitive che l'individuo
sviluppa, quindi a indirizzare lo sviluppo cognitivo sono l'ambiente e l'interazione con
gli adulti.
la zona di sviluppo prossimale e il ruolo degli adult

Interessante è l'idea di una zona di sviluppo prossimale, definita da Vygotskij come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale. Gli adulti hanno qui un ruolo fondamentale perché con l'esempio, le spiegazioni verbali e il supporto concreto aiutano il bambino a incrementare il numero di situazioni e azioni che egli potrà dominare in modo autonomo. Le indicazioni verbali ricevute permettono al bambino di effettuare l'esecuzione dei compiti più complessi. Le azioni e le conoscenze impiegate durante il compito verranno poi interiorizzate e fatte proprie dal bambino. In un momento successivo costituiranno gli strumenti del pensiero e gli consentiranno di svolgere il medesimo compito in autonomia. L'interazione con l'adulto permette di colmare la distanza tra lo sviluppo attuale e quello potenziale, permettendo l'acquisizione di nuove abilità e il conseguimento di livelli di competenza maggiori.
la costituzione dei concetti nei bambini
Vygotskij analizza lo sviluppo dei concetti nei bambini, individuando delle fasi ben precise:
- nella prima fase il bambino comincerà a fare una sintesi delle proprietà e delle caratteristiche
più esteriori e vistose presenti nei vari oggetti.
- nella seconda fase si svilupperà la generalizzazione
cioè la capacità di creare nessi concreti fra
le cose e non solo di coglierne le somiglianze.
- nella terza fase il bambino sarà in grado di compiere il processo di astrazione vero e proprio, tipico e la
formulazione dei concetti.
il ruolo del linguaggio nello sviluppo cognitivo


Una delle
opere più conosciute di Vygotskij è pensiero e linguaggio, in cui egli
sottolinea come il linguaggio nasca inizialmente come comportamento sociale e
solo successivamente fornisca un contributo fondamentale allo sviluppo del
pensiero. Dei tre anni circa il linguaggio può essere distinto il linguaggio egocentrico, ovvero un linguaggio
utilizzato per sé stesso, come strumento per la conoscenza della realtà, il linguaggio comunicativo ovvero uno strumento per
interagire con gli altri. Il linguaggio egocentrico è espresso del bambino a
voce alta per esempio attraverso domande o affermazioni mentre sta facendo
qualcosa, successivamente comincia diventare un linguaggio interiore senza
suoni, utilizzato nei processi di riflessione e ragionamento. L'interazione
verbale con gli altri aiuta a sviluppare idee, a confrontare ipotesi, ad
approfondire e ampliare la conoscenza e la comprensione del mondo.
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